Risultati della gestione dei gravi traumatizzati presso la Rianimazione dell’Ospedale di Belluno

L’ospedale di Belluno rappresenta il primo avamposto di un’ampia area montana con un ruolo cruciale nella gestione del trauma, legato alla capacità diagnostica (radiologia con disponibilità di TAC e RMN) e terapeutica per la disponibilità 24/24 di chirurgia generale, ortopedica, urologica, ORL, oculistica, neurochirurgica, centro trasfusionale e laboratorio analisi.

L’importanza dell’ospedale di Belluno per la gestione del trauma è legata alle attività lavorative, sportive e turistiche della zona: dal lavoro agricolo a quello nei boschi, dall’attività sciistica (24 gravi politraumi provenienti dalle piste di sci tra il 2015 e il 2017) agli sport estremi (arrampicata, parapendio) e non (escursionismo in montagna a piedi, con gli sci ed in bicicletta), alla frequentazione di un gran numero di motociclisti e ciclisti sulle strade di montagna.

I dati epidemiologici relativi ai traumi ricoverati nella Rianimazione dell’ospedale di Belluno, quindi riferiti solo ai pazienti con maggiore gravità, testimoniano quanto intensa sia stata e sia tuttora questa attività. La fonte dei dati è il Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva (GiViTI) dell’Istituto Mario Negri, che monitorizza da molti anni più di 150 terapie intensive in Italia (167 solo nel 2015) di cui 22 nel 2016 solo nel Veneto.

Dal 2004 al 2015 la Rianimazione dell’ospedale di Belluno ha ricoverato più di 100 gravi traumi all’anno, con l’eccezione del 2010 e 2011. Nel 2015 la percentuale di traumi sul totale delle ammissioni in Rianimazione è molto più alta e quasi doppia rispetto alla media delle terapie intensive aderenti al GiViTI sia italiane che del Veneto (22-23% vs. 12-13%).

Il trauma cranico è presente nel 40% di tutti i traumi ricoverati presso la Rianimazione di Belluno, associato spesso a emorragia subaracnoidea, ematoma subdurale, contusione cerebrale. Queste lesioni, anche quando non inducono il coma, sono ad alto rischio evolutivo e richiedono monitoraggio, capacità tempestiva diagnostica e di trattamento possibile solo in un ospedale dotato di Neurochirurgia e di una Rianimazione con competenze Neurointensive, come quello di Belluno.

Ma quale è il livello di assistenza e l’esito dei gravi politraumatizzati ricoverati presso la Rianimazione di Belluno?

Il GiViTI annualmente sviluppa un modello prognostico su diverse decine di migliaia di pazienti ammessi nelle proprie Rianimazioni. Questo modello permette di stabilire il rischio di morte in ospedale del paziente in base alle sue caratteristiche. Si può quindi calcolare la mortalità ospedaliera attesa, cioè predetta dal modello, del 2014, 2015 e 2016, anni nei quali la Rianimazione di Belluno dimostra di essere in media nazionale per quanto riguarda la mortalità osservata. Nei più recenti dati elaborati dal GiViTi, cioè quelli del 2016, su 102 gravi politraumatizzati ricoverati e su 16,8 decessi previsti dal modello prognostico, i decessi sono stati 14, un numero quindi inferiore a quanto ci si poteva attendere sulla base della loro gravità, a testimonianza e conferma della qualità terapeutica ed assistenziale erogata presso la Rianimazione dell’ospedale di Belluno nei gravi politraumatizzati.

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