Il 26.01.2016 all’Ospedale San Martino di Belluno si è svolto un incontro dal tema: “Terapia della Dignità” promosso dal Comitato Etico per la Pratica Clinica

Il 26 gennaio 2016 si è tenuto, presso l’Ospedale di Belluno, un incontro molto partecipato, promosso dal Comitato Etico per la Pratica Clinica dell’ULSS 1, in cui è stato presentato il libro “Terapia della Dignità: parole per il tempo che rimane”, scritto dal dr. HM Chochinov, Psichiatra e Direttore del Centro di ricerche in Cure Palliative di Winnipeg, in Canada.

Il testo, che illustra un approccio innovativo nell’ambito delle Cure Palliative, è stato presentato dal Curatore dell’edizione italiana, il dr. Giuseppe Moretto, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda Integrata Ospedale-Università di Verona, che ha diretto per cinque anni l’Unità Operativa di Neurologia dell’Ospedale di Belluno.

Nel corso dell’evento, dopo i saluti del Direttore Generale dell’ULSS 1  dr. Rasi Caldogno e l’introduzione del Presidente del Comitato Etico dr. Mazzon, si è tenuta una Lettura Magistrale del dr. Orsi, Direttore della Unità Operativa di Cure Palliative di Mantova.

Il dr. Orsi ha sottolineato come lo sviluppo delle Cure Palliative rappresenti una necessità alla quale il nostro sistema sanitario è chiamato a dare risposte competenti e concrete sia sul piano professionale che organizzativo, in un numero sempre maggiore di pazienti, affetti sia da malattie oncologiche che cronico-degenerative.

La “Terapia della Dignità”, illustrata nel libro, è una psicoterapia individuale breve, destinata a persone che hanno pochi mesi di vita, la cui efficacia è sostenuta da un solido terreno sperimentale. Essa consiste in un insieme di domande, formulate per venire incontro ai bisogni del paziente e alle sue scelte riguardo ai temi che egli desidera affrontare. Con l’aiuto del terapeuta, la persona malata è facilitata nel creare un “documento generativo”, attraverso il quale poter trasmettere un lascito spirituale alle persone care, sia dopo la perdita della capacità di relazionarsi con esse che dopo la propria morte. La “Terapia della Dignità” offre quindi la possibilità di recuperare l’intera esperienza biografica delle persone alla fine della vita e si propone di valorizzarla, lasciandone una testimonianza per il futuro e reinterpretando in chiave attuale  l’aforisma ippocratico:  “E’ più importante sapere che  tipo di persona ha una malattia che sapere che tipo di malattia ha una persona”.

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